Luciano Vistosi

Outsider nell’affascinante mondo del vetro, genio di cifre stilistiche e formulazioni inedite, maestro nella policromia creativa…

Luciano Vistosi nasce nel 1920 a Milano, Italia.

STUDI
Fin da giovanissimo, ancora studente, respira il profumo del vetro nella fornace di famiglia e impara a conoscerne tutti i segreti, spinto da una curiosità e da una inventiva che darà bene i suoi frutti, quando, nel 1952, alla morte del padre, fonda, con il fratello e lo zio, la Vetreria Vistosi.
Con preveggenza, intuisce il futuro successo dell’oggetto-design e, creando egli stesso e coinvolgendo firme di notevole prestigio come quelle di Magistretti, Sottsass, Zanuso, Aulenti, e molti altri, inaugura una felice stagione produttiva che proietta con successo il vetro veneziano verso un palcoscenico non più e non solo turistico, ma piuttosto di fortunata simbiosi tra moderna raffinatezza e creatività. La freschezza inventiva che si ritrova nelle lampade, nelle coppe e in generale negli oggetti d’uso creati con successo da Luciano Vistosi fino agli anni ’70, sottendo quello che è il vero esito del suo talento. La scultura.

CARRIERA E MOSTRE
La sua prima personale, nel 1968, presso la Galleria Alfieri di Venezia, rivela al pubblico un artista già maturo e ricco di una poetica nuova e di grande valenza plastica. Attraverso le sculture in vetro che qui egli espone, emerge la raffinatezza della sua tecnica e al tempo stesso il suo prepotente amore per questa materia, amore che non lo abbandonerà mai.
Nello stesso anno realizza una personale a San Francisco, e nel decennio successivo altre ancora a Venezia, a Colonia e a Düsseldorf.
All’inizio degli anni ’80 il Museo di Arte Moderna di Ca’Pesaro a Venezia gli dedica una grande personale che decreta ulteriormente il suo successo, di pubblico e di critica.
Seguono, a scadenze ravvicinate, esposizioni a Madrid, Firenze, Segovia e Milano.
Parallelamente, a partire dal 1973, è invitato ad esposizioni collettive in tutto il mondo, nei musei e nelle gallerie più prestigiose: dal Landesmuseum di Kassel alla Hankyu Gallery di Osaka, dall’Hokkaido Museum of Modern Art di Sapporo alla Brinkmann Gallery di Bonn, dal National Building Museum di Washington alla Kunsthaus di Colonia, e molte altre ancora. Dopo anni di studio e progettazione, nel 1985 realizza, interamente in vetro, il modello per il “Ponte dell’Accademia” che viene esposto all’Expo mondiale di Tsukuba nella primavera dello stesso anno.

A partire da questa idea, provocatoria e rivoluzionaria, prende forma una decina d’anni dopo, il progetto decisamente più realizzabile e concreto, per un ponte destinato a sostituire quello in legno alle porte dell’Arsenale di Venezia: il suo modello, di circa otto metri, viene esposto con enorme successo, all’Expo mondiale di Aichi nel 2005.
Nel 1986 è invitato alla XLII Biennale Internazionale d’Arte di Venezia e nel 1989 alla 20° Bienal Internacional di San Paolo del Brasile.
Nel 1994 realizza per la Basilica di San Marco una Croce in vetro colore verde laguna supportata da una stele in bronzo e composta da un centinaio di blocchi squadrati, che viene collocata nell’antichissima cripta sottostante l’Altar Maggiore nel dicembre di quell’anno. Uomo schivo e riservato, Luciano Vistosi trasfonde nella sua arte, per contrappunto, una energia vitale che stupisce forse lui stesso. La sua capacità di catturare la luce ha paragoni più pittorici che scultorei.
La materia si plasma tra le sue mani con una leggerezza che ci riconduce alle linee purissime di artisti del passato che hanno fatto dell’eleganza formale una bandiera; e al tempo stesso la sua capacità di catturare la luce lo rende modernissimo ed attuale e veste le sue opere – siano esse “gli insiemi”, angeli di sottile trasparenza, o le “cave di vetro”, massi ancestrali tormentati sapientemente dalle sue mani, o le “costruzioni di luce”, come il superbo Ponte dell’Arsenale- , di una rifrangenza sapientemente evocativa. Nonostante fosse stato colpito da una grave malattia alla fine degli anni Novanta, Luciano Vistosi non interruppe mai la sua attività artistica continuando a realizzare nel suo studio-atelier di Murano, con forza e carattere generoso, i suoi sublimi e delicati lampi di luce fino agli ultimi giorni di vita.

Muore a Venezia il 14 maggio 2010.

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